Il Dokko-do, generalmente tradotto La Via che bisogna percorrere da soli, è un elenco di 19 precetti tradizionalmente attribuito a Shinmen Musashi-no-kami Fujiwara-no-genshin, meglio noto come Miyamoto Musashi (qui accanto raffigurato in un ritratto del XVII secolo con due bokken, spade di legno). Ferocissimo e leggendario samurai, vissuto fra il 1584 e il 1645, quindi sostanzialmente operante nel Giappone dell'epoca Togukawa (1603-1867), quando nasce e si diffonde una cultura guerriera influenzata dalle correnti filosofiche neoconfuciane e del Buddhismo, precipuamente Zen, Musashi è una singolare figura di asceta-guerriero, la cui inquieta vita, errabonda e solitaria, fatta di duelli personali, cruente uccisioni e battaglie campali, non venne pur tuttavia mai meno al tenace perseguimento del Do, la Via verso l'Illuminazione. E fu intorno ai 50 anni che il Nostro conseguì il Satori, appunto l'Illuminazione del Buddha che egli volse allora magistralmente al di fuori dell'ars dimicandi, distinguendosi come raffinato e poliedrico artista: fu infatti calligrafo, pittore, forgiatore di tsuba (else di spada), poeta e saggista, le cui opere sono a tutt'oggi Tesoro Nazionale del Giappone. Qualcuno ha detto di lui che "fu uomo vissuto nel sistema, ma non per il sistema". E' famoso nel mondo occidentale soprattutto per un celeberrimo saggio, il Gorin-no-sho, solitamente tradotto Il libro dei cinque anelli (edito in Italia - fra gli altri - da Mondadori 1993), una sorta di asciutto, essenziale, pregnante manuale di autoperfezionamento, applicabile a qualsiasi settore o attività, tanto da esser stato subito un best-seller negli U.S.A., e da venire altresì adottato come libro di testo in Germania nei corsi di formazione per manager.
Ma vediamo i 19 precetti del Dokko-do (trad. dal giapponese di Cesare Barioli):
- Non contravvenire all'immutabile Via
- Evita i piaceri del corpo
- Sii assolutamente imparziale
- Non avere desideri
- Non avere interessi
- Non invidiare gli altri
- Non rattristarti nelle separazioni
- Resta esente da rancori e animosità
- Non avere desiderio d'amore
- Non avere preferenze
- Non ricercare la comodità personale
- Non concederti lussi
- Non possedere oggetti preziosi
- Non ritenere false credenze o superstizioni
- Non spendere denaro se non per la spada
- Dedicati totalmente alla Via, incurante della morte
- Anche nella vecchiaia, disinteressati al possesso
- Rispetta gli dei, ma non pregarli
- Non lasciare mai la Via di Heiho.
Dai suddetti precetti si può facilmente evincere, quanto meno, perché io non potrò mai essere un novello Musashi!!!
6 commenti:
la via dell'Inferno è LASTRICATA di buone intenzioni...
Eh no, chiaramente tu non rappresenti un modello in questo senso...:)
Mi permetto di osservare che in pratica a seguire tali precetti, si finirebbe col somigliare più a piante che ad esseri umani...Personalmente, credo che non potrò mai arrivare a tanto, e forse nemmeno vicino a tale condizione: credo nel tumulto del cuore, nelle lotte dell'anima, nell'amore furibondo e disperato, nel sesso che ti fa sentire vivo e che crea la vita, nei baci che tolgono il respiro, nell'amicizia profonda, nei litigi, nelle rappacificazioni, nelle idee e nello scontro di pensiero, nel punto di incontro, nell'equilibrio perso e ritrovato
nelle mani che si stringono, negli occhi che parlano, nella dolcezza di una madre che allatta, nei primi passi di un bimbo, nei successi, negli attimi di buio, nel calore di una persona che non ti saresti mai aspettato di trovare, nella voce di qualcuno che ti tocca il cuore...nella vita...anche se fa male come a me in questo momento...
Vedi, Morgana, le tue belle parole, che lasciano trapelare amore, dolore, emozioni, sensazioni, vita vissuta, forse non tengono conto di quello che potrebbe essere uno stato, chiamiamolo profanamente di grazia?, che una volta conseguito non è che ti esclude dal mondo e dalla vita, bensì ti ci ricolloca con un'altra consapevolezza e magari utilità... Nella fattispecie, il nostro Musashi è di lì che è partito per cessare di accoppare la gente e donare ai posteri opere dell'ingegno e dell'arte fra le maggiori della sua cultura... Oppure pensiamo alle delicate e pur dense sillabe degli haiku di Basho, che proprio dalla natura, dalla vita pescano motivi e trasmettono intuitivamente, nella loro misurata compostezza zen, sensazioni ed emozioni profonde.
Una terribile spirale di odio e distruzione Musashi ne era avvolto non si puó sopravvivere altrimenti senza quei preccetti...oggi regna una pace apperente e quella mentalitá non è piú di alcuna utilità,ma se ogni uomo coltivasse il coraggio nel propio animo sbarazzandosi dell avidita di viviere...oggi sarebbe forse un mondo migliore o per lo meno ci sarebbero sempre degli uomini forti e determinati pronti a sacrificare la propia vita in nome della rettitudine ... cordiali saluti, johnny.
Giudicare con l'occhio umano porta a dire le cose con precetti umani, Musashi non era più di questo mondo anche quando il corpo era vivo. C'è anche un'altra cosa che disse ma che nessuno comprende. PERCEPISCI CIÒ CHE NON PUÒ ESSERE VISTO CON L'OCCHIO.
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