Ancora una volta balza all'attenzione dell'opinione pubblica l'annoso, spinoso problema relativo a politica e questione morale... In questi ultimi mesi in particolare, una serie di vicende si sono susseguite, praticamente senza soluzione di continuità, andando dal polverone sollevato con la storia della Gregoraci, del Senatore Sottile e di tutta la congrega Mora-Corona, agli ultimissimi "casi" del contenzioso Visco-Speciale, delle intercettazioni telefoniche e delle gole profonde che stanno agitando le già travagliate e intorbidite acque dei DS, nonché a quello di qualche giorno fa che ha visto protagonista il Senatore di AN Gustavo Selva. Solo corsivamente, alcune riflessioni su determinati dati di fatto.
1. "Paparazzopoli". Il giudice Woodstock da tempo ha avuto modo di farsi notare per l'uso disinvolto di intercettazioni telefoniche per aprire inchieste sul mondo corrotto della mondanità, in un mix di droga, prostituzione, estorsioni, ricatti e via dicendo. Si ricorderà la vicenda che vide coinvolto Vittorio Emanuele lo scorso anno, per arrivare ai fatti più recenti: la Gregoraci l'avrebbe "data" al Senatore Sottile per far carriera (e sai che roba... E' la storia più vecchia del mondo, come del resto il relativo mestiere!!!), il duo Mora-Corona avrebbe capeggiato un'associazione a delinquere finalizzata a speculare illecitamente sui vizi e vizietti di vip e vippetti, e via dicendo... Ecco, a parte la consistente quantità di denaro pubblico e di risorse impiegate per le indagini (che ben inteso non possono in tal modo essere utilizzate ovviamente per altro tipo di investigazioni), a parte gli scoop televisivi e giornalistici, colorati non di rado di rosa, a parte la notorietà che si riceve e che, si sa, alla carriera non guasta mai (il pensiero corre al buon Di Pietro...), che cosa ne resterà alla fine, se non, come già altre volte è successo, un gran fumo e un po' di fango (per non dir peggio) buttato qua e là (che magari per qualcuno poi può essersi rivelato pure salutare, una sorta di inaspettata pubblicità)? Ma soprattutto, quale "moralizzazione" istituzionale o sociale o culturale tout court ne è venuta fuori? Mi torna in mente un'altra famosa inchiesta giudiziaria del 1996 (il giudice era tal Alessandro Chionna della Procura di Biella) nel mondo dello spettacolo, che riguardava il presunto sfruttamento di aspiranti soubrette e starlet, le quali avrebbero barattato la promessa di carriera nel mondo dello spettacolo con prestazioni sessuali: allora furono coinvolti, e completamente prosciolti senza neanche processo, Valerio Merola e Gigi Sabani, arrestati, sputtanati (ma poi anche rilanciati dallo show biz), mentre il giudice Chionna furoreggiava nei rotocalchi rosa finendo per fidanzarsi e poi, credo, sposarsi la ex di Sabani, costretto per giunta a lasciare l'inchiesta, proprio perché sorpreso con l'avvenente fanciulla allora implicata nelle indagini. E' il caso di dire repetita (non) iuvat o errare humanum, perseverare diabolicum?
2. Caso Visco-Speciale. L'arroganza e la supponenza emerse in generale nella vicenda a carico dei suoi protagonisti è evidente agli occhi di tutti coloro che l'abbiano anche solo distrattamente seguita... Il tentativo d'ingerenza del vicario di Padoa Schioppa è parimenti lampante, voglia che i suoi lo difendano; il tentativo di fargli le scarpe da parte del generale pure... Salomonicamente, data la rispettiva veste istituzionale e il poco acconcio spettacolo fornito, avrei mandato a casa tutti e due. Odioso comunque nella forma e nella sostanza l'intervento del Ministro dell'Economia in Senato. Resta il sospetto, se non il fatto, che la politica, ancora una volta, non abbia agito secondo le regole. Quanto poi questo sia stato illegale, o si limiti ad essere semplicemente scorretto o "immorale", non sta a me dirlo, perché non sono un giudice e non ho in mano gli elementi necessari e sufficienti per optare per questa o quella fattispecie. Penso però che questo non sia stato certo un bel ritorno di immagine per il già sgangherato governo Prodi e, ad ogni modo, che sia un brutto colpo per la credibilità delle nostre istituzioni.
3. DS e Unipol. La Neverending Story dell'Unipol e dei maneggi del suoi ex vertici continua a non dar tregua. Mi ha fatto quasi tenerezza l'imbarazzo e la difficoltà mostrata tanto dai capoccia diessini, quanto dai semplici militanti di sezione, spiazzati ancora una volta dall'essere loro quelli ora oggetto del "pubblico ludibrio"... Eh sì, i forcaioli, i grandi moralisti e moralizzatori, gli stigmatizzatori del malcostume faccendiere e bottegaio della destra e dei loschi figuri e venditori di fumo che la popolano!!! Ora restano muti, esterrefatti, disorientati fra l'ennesima improbabile "autocritica", timidi tentativi di trovare qualche slogan di giustificazione e masochistici j'accuse. Tanto per dissipare ogni dubbio: non credo ad alcun coinvolgimento "fuori legge" di persone come Fassino (chi non ricorda l'aria fritta intorno al caso Telecom Serbia?) o D'Alema, non più di quanto non ho mai creduto ai "baci" fra Andreotti e Totò u curtu ed altre inconsistenti amenità del genere... Quanto poi al "tifo" dalemiano per la scalata di Unipol a Bnl, ma che ci si poteva aspettare? E' come se ci si meravigliasse allorché una suora dicesse "W il Papa!"... Ovvio che la connivenza e la compiacenza del Pci, poi Pds, poi Ds con il mondo delle cosiddette cooperative rosse sono arcinote, con tutto il sabbah di cospicui interessi politici ed economico-finanziari che vi ruota attorno... E allora? Dov'è lo scandalo? Ci sarebbe se la politica avesse coscientemente avallato operazioni "sporche"... C'è sicuramente laddove la politica, pur non avallandole, abbia chiuso un occhio, o tutti e due, o abbia messo la testa sotto la sabbia, perché occhio non vede, cuore non duole... E' questo che hanno fatto i DS e i suoi notabili? Mah, io sono un garantista, sempre e comunque... O un capo d'accusa è provato, qualcuno è conseguentemente condannato e la condanna è passata in giudicato, o altrimenti si smetta di tirar melma addosso alla gente e di avvelenare un clima politico che già di suo non scherza. Lo scandalo è senz'altro, semmai, non considerare le cooperative, che hanno interessi e giri d'affari da grandi holding, come tali e non trattarle - sul piano giuridico, contabile-finanziario e fiscale - di conseguenza, ma questa è un'altra storia... Comunque sia, queste cose fa comodo ora sentirsele dire alla sinistra, sempre pronta a distinguersi per il suo assurdo, urlato, manicheistico paenitentiam agite, per il suo garantismo ad uso e consumo, per il suo algido moralismo a senso unico: quando, mutatis mutandis, le posizioni sono invertite, quella stessa melma diventa al contrario ambrosia e musica paradisiaca, un avviso di garanzia suona, ad un tempo, come accusa, sentenza e condanna, i giudici sono tutti, a prescindere, dei capaci galantuomini che fanno il loro dovere al di sopra delle parti, mentre gli avversari politici risultano i soliti lestofanti di destra, dai quali non ci si può aspettare altro, e così via... Insomma, ben venga lo sdegno, l'indignazione per l'uso sconsiderato delle intercettazioni telefoniche e di atti e documenti che dovrebbero restare riservati a tutela della privacy di chicchessia, personalità pubblica o privato cittadino; per la faciloneria con cui certi giudici abusano dei propri poteri e del proprio ruolo; per la faziosità e la parzialità che certuni di loro mostrano e con la quale, peggio, alimentano sospetti, teoremi e relative indagini... Ma non ad intermittenza, per i "compagni" sì, perché sono galantuomini a priori, per gli altri no perché sono farabutti per definizione...
4. Caso Selva. Che cosa dire? Nulla, semplicemente inaudito, inqualificabile, indegno sotto il profilo umano, morale, istituzionale... Le dimissioni? Il minimo che il Senatore poteva fare... Attenuanti? Nessuna, se non - spero - che si sia trattato dell'intemperanza di un povero vecchio signore tradito dagli anni (certo non dagli affanni...).
Alla luce di ciò, la questione di fondo, secondo me, è una: che cosa si deve intendere per "moralità" in quanto applicata alla politica? Di fronte al dilemma "Meglio un politico onesto e incapace o uno capace e disonesto?", qual è la risposta migliore da dare? Il fatto è che oggi in Itali a ci ritroviamo purtroppo con personalità politiche spesso incapaci e altrettanto di frequente disoneste o scorrette. Quindi la risposta si fa vie più difficile... Come, peraltro, è evidente che ottimale sarebbe la bilanciata presenza di entrambe le doti, moralità e capacità politica, nello stesso individuo. In realtà, questa benedetta seconda Repubblica ha portato di fatto alla ribalta giullari e comprimari della prima, senza che vi sia una personalità politica veramente degna di questo nome... E non solo, si fa un bel parlare di mafia, o mafie, della battaglia per debellarle, ma nessuno o quasi - ma non sarà un caso? - parla mai della strisciante, imperante, onnipresente "mafia" politica, quella tipicamente italiana degli amici degli amici, dei parenti e dei clienti, dei baroni e dei lecchini, delle tessere e delle prebende varie, che si annida, ben radicata da lungi, ai vari livelli del potere pubblico e delle pubbliche amministrazioni. Sarà un luogo comune? Ai posteri l'Adua sentenza...
1. "Paparazzopoli". Il giudice Woodstock da tempo ha avuto modo di farsi notare per l'uso disinvolto di intercettazioni telefoniche per aprire inchieste sul mondo corrotto della mondanità, in un mix di droga, prostituzione, estorsioni, ricatti e via dicendo. Si ricorderà la vicenda che vide coinvolto Vittorio Emanuele lo scorso anno, per arrivare ai fatti più recenti: la Gregoraci l'avrebbe "data" al Senatore Sottile per far carriera (e sai che roba... E' la storia più vecchia del mondo, come del resto il relativo mestiere!!!), il duo Mora-Corona avrebbe capeggiato un'associazione a delinquere finalizzata a speculare illecitamente sui vizi e vizietti di vip e vippetti, e via dicendo... Ecco, a parte la consistente quantità di denaro pubblico e di risorse impiegate per le indagini (che ben inteso non possono in tal modo essere utilizzate ovviamente per altro tipo di investigazioni), a parte gli scoop televisivi e giornalistici, colorati non di rado di rosa, a parte la notorietà che si riceve e che, si sa, alla carriera non guasta mai (il pensiero corre al buon Di Pietro...), che cosa ne resterà alla fine, se non, come già altre volte è successo, un gran fumo e un po' di fango (per non dir peggio) buttato qua e là (che magari per qualcuno poi può essersi rivelato pure salutare, una sorta di inaspettata pubblicità)? Ma soprattutto, quale "moralizzazione" istituzionale o sociale o culturale tout court ne è venuta fuori? Mi torna in mente un'altra famosa inchiesta giudiziaria del 1996 (il giudice era tal Alessandro Chionna della Procura di Biella) nel mondo dello spettacolo, che riguardava il presunto sfruttamento di aspiranti soubrette e starlet, le quali avrebbero barattato la promessa di carriera nel mondo dello spettacolo con prestazioni sessuali: allora furono coinvolti, e completamente prosciolti senza neanche processo, Valerio Merola e Gigi Sabani, arrestati, sputtanati (ma poi anche rilanciati dallo show biz), mentre il giudice Chionna furoreggiava nei rotocalchi rosa finendo per fidanzarsi e poi, credo, sposarsi la ex di Sabani, costretto per giunta a lasciare l'inchiesta, proprio perché sorpreso con l'avvenente fanciulla allora implicata nelle indagini. E' il caso di dire repetita (non) iuvat o errare humanum, perseverare diabolicum?
2. Caso Visco-Speciale. L'arroganza e la supponenza emerse in generale nella vicenda a carico dei suoi protagonisti è evidente agli occhi di tutti coloro che l'abbiano anche solo distrattamente seguita... Il tentativo d'ingerenza del vicario di Padoa Schioppa è parimenti lampante, voglia che i suoi lo difendano; il tentativo di fargli le scarpe da parte del generale pure... Salomonicamente, data la rispettiva veste istituzionale e il poco acconcio spettacolo fornito, avrei mandato a casa tutti e due. Odioso comunque nella forma e nella sostanza l'intervento del Ministro dell'Economia in Senato. Resta il sospetto, se non il fatto, che la politica, ancora una volta, non abbia agito secondo le regole. Quanto poi questo sia stato illegale, o si limiti ad essere semplicemente scorretto o "immorale", non sta a me dirlo, perché non sono un giudice e non ho in mano gli elementi necessari e sufficienti per optare per questa o quella fattispecie. Penso però che questo non sia stato certo un bel ritorno di immagine per il già sgangherato governo Prodi e, ad ogni modo, che sia un brutto colpo per la credibilità delle nostre istituzioni.
3. DS e Unipol. La Neverending Story dell'Unipol e dei maneggi del suoi ex vertici continua a non dar tregua. Mi ha fatto quasi tenerezza l'imbarazzo e la difficoltà mostrata tanto dai capoccia diessini, quanto dai semplici militanti di sezione, spiazzati ancora una volta dall'essere loro quelli ora oggetto del "pubblico ludibrio"... Eh sì, i forcaioli, i grandi moralisti e moralizzatori, gli stigmatizzatori del malcostume faccendiere e bottegaio della destra e dei loschi figuri e venditori di fumo che la popolano!!! Ora restano muti, esterrefatti, disorientati fra l'ennesima improbabile "autocritica", timidi tentativi di trovare qualche slogan di giustificazione e masochistici j'accuse. Tanto per dissipare ogni dubbio: non credo ad alcun coinvolgimento "fuori legge" di persone come Fassino (chi non ricorda l'aria fritta intorno al caso Telecom Serbia?) o D'Alema, non più di quanto non ho mai creduto ai "baci" fra Andreotti e Totò u curtu ed altre inconsistenti amenità del genere... Quanto poi al "tifo" dalemiano per la scalata di Unipol a Bnl, ma che ci si poteva aspettare? E' come se ci si meravigliasse allorché una suora dicesse "W il Papa!"... Ovvio che la connivenza e la compiacenza del Pci, poi Pds, poi Ds con il mondo delle cosiddette cooperative rosse sono arcinote, con tutto il sabbah di cospicui interessi politici ed economico-finanziari che vi ruota attorno... E allora? Dov'è lo scandalo? Ci sarebbe se la politica avesse coscientemente avallato operazioni "sporche"... C'è sicuramente laddove la politica, pur non avallandole, abbia chiuso un occhio, o tutti e due, o abbia messo la testa sotto la sabbia, perché occhio non vede, cuore non duole... E' questo che hanno fatto i DS e i suoi notabili? Mah, io sono un garantista, sempre e comunque... O un capo d'accusa è provato, qualcuno è conseguentemente condannato e la condanna è passata in giudicato, o altrimenti si smetta di tirar melma addosso alla gente e di avvelenare un clima politico che già di suo non scherza. Lo scandalo è senz'altro, semmai, non considerare le cooperative, che hanno interessi e giri d'affari da grandi holding, come tali e non trattarle - sul piano giuridico, contabile-finanziario e fiscale - di conseguenza, ma questa è un'altra storia... Comunque sia, queste cose fa comodo ora sentirsele dire alla sinistra, sempre pronta a distinguersi per il suo assurdo, urlato, manicheistico paenitentiam agite, per il suo garantismo ad uso e consumo, per il suo algido moralismo a senso unico: quando, mutatis mutandis, le posizioni sono invertite, quella stessa melma diventa al contrario ambrosia e musica paradisiaca, un avviso di garanzia suona, ad un tempo, come accusa, sentenza e condanna, i giudici sono tutti, a prescindere, dei capaci galantuomini che fanno il loro dovere al di sopra delle parti, mentre gli avversari politici risultano i soliti lestofanti di destra, dai quali non ci si può aspettare altro, e così via... Insomma, ben venga lo sdegno, l'indignazione per l'uso sconsiderato delle intercettazioni telefoniche e di atti e documenti che dovrebbero restare riservati a tutela della privacy di chicchessia, personalità pubblica o privato cittadino; per la faciloneria con cui certi giudici abusano dei propri poteri e del proprio ruolo; per la faziosità e la parzialità che certuni di loro mostrano e con la quale, peggio, alimentano sospetti, teoremi e relative indagini... Ma non ad intermittenza, per i "compagni" sì, perché sono galantuomini a priori, per gli altri no perché sono farabutti per definizione...
4. Caso Selva. Che cosa dire? Nulla, semplicemente inaudito, inqualificabile, indegno sotto il profilo umano, morale, istituzionale... Le dimissioni? Il minimo che il Senatore poteva fare... Attenuanti? Nessuna, se non - spero - che si sia trattato dell'intemperanza di un povero vecchio signore tradito dagli anni (certo non dagli affanni...).
Alla luce di ciò, la questione di fondo, secondo me, è una: che cosa si deve intendere per "moralità" in quanto applicata alla politica? Di fronte al dilemma "Meglio un politico onesto e incapace o uno capace e disonesto?", qual è la risposta migliore da dare? Il fatto è che oggi in Itali a ci ritroviamo purtroppo con personalità politiche spesso incapaci e altrettanto di frequente disoneste o scorrette. Quindi la risposta si fa vie più difficile... Come, peraltro, è evidente che ottimale sarebbe la bilanciata presenza di entrambe le doti, moralità e capacità politica, nello stesso individuo. In realtà, questa benedetta seconda Repubblica ha portato di fatto alla ribalta giullari e comprimari della prima, senza che vi sia una personalità politica veramente degna di questo nome... E non solo, si fa un bel parlare di mafia, o mafie, della battaglia per debellarle, ma nessuno o quasi - ma non sarà un caso? - parla mai della strisciante, imperante, onnipresente "mafia" politica, quella tipicamente italiana degli amici degli amici, dei parenti e dei clienti, dei baroni e dei lecchini, delle tessere e delle prebende varie, che si annida, ben radicata da lungi, ai vari livelli del potere pubblico e delle pubbliche amministrazioni. Sarà un luogo comune? Ai posteri l'Adua sentenza...
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