martedì 14 agosto 2012

A te che c'eri, a te che sai...

Danzano molli
le tende
sulla tua nudità languente,
mosse leggere
dalla timida brezza
del primo mattino,
che le tue membra
dormienti
culla e carezza...
In silenzio t’osservo:
nell’onda increspata
e disfatta
da una tenera guerra,
un giunco
sinuoso ed inerte...
Appena, pudìco,
un lembo
fascia i tuoi fianchi,
senza celare
distratto
la protervia dei seni,
protési come
musetti curiosi
di leggiadri cerbiatti
al richiamo del vento...
Vorrei ancora
la grazia
d’un audace
sussulto, un fremito caldo
che uccida
per sempre il freddo
di quest’uomo
ramingo...



1 commento:

nadia ha detto...

sembra di esserci in quel letto....molto bella l'immagine che dai di una notte d'amore e il finale sofferto mi fa pensare che il famoso ibm ogni tanto si spegne...mi piace!