Mostra-evento o Evento-in-Mostra?
Nell'anno del quattrocentesimo anniversario della morte di Michelangelo Merisi, noto come il Caravaggio (Milano 29 settembre 1571 – Porto Ercole 18 luglio 1610), fra le numerose iniziative previste per celebrare il grande artista lombardo e la sua opera, si è distinta quanto a risonanza mediatica e battage pubblicitario la mostra "Caravaggio", allestita a Roma presso le Scuderie del Quirinale e visitabile dal 20 febbraio al 13 giugno correnti, ideata da Claudio Strinati e curata da Rossella Vodret e Francesco Buranelli.
Il criterio guida della mostra, secondo quanto dichiarato nella presentazione, è stato quello di offrire al pubblico le sole opere di sicura attribuzione, sulla base di accertata evidenza storica, escludendo pertanto tutta la produzione di "bottega" e lasciando a margine le questioni inerenti alle "versioni" o alle opere sulle quali il dibattito critico è ancora aperto e non unanime.
Non è possibile dire se e in quale misura questo criterio sia stato condizionato, de facto, da esigenze, difficoltà o costi organizzativi... E' vero che enucleare in una mostra l'opera, per altro non particolarmente prolifica dal punto di vista quantitativo, "certa" e, dunque, più significativamente connotativa della vicenda umana e artistica del Nostro, nella sua evoluzione dalla giovinezza alla maturità, nell'uso magistralmente funzionale della luce e della tenebra, nell'originale, innovativa poetica figurativa e pittorica di un realismo spregiudicato e vivido, ha il pregio di fornire al visitatore una lettura immediata, diretta, se vogliamo sinottica, della medesima. E non deve, del resto, esser taciuto l'indubbio vantaggio di poter visionare e confrontare tutti insieme, dipinti conservati in differenti musei o gallerie nazionali ed estere: dalla celeberrima Canestrella di frutta (Milano, Veneranda Biblioteca Ambrosiana), a I musici (New York, Metropolitan Museum), al bellissimo Amor vincit omnia (Berlino, Gemäldegalerie dello Staatliche Museum), per non tacere del Suonatore di liuto (San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage), del Bacco e del Sacrificio di Isacco (Firenze, Galleria degli Uffizi), del Davide con la testa di Golia (nella quale l'artista fuoriuscito da Roma, in seguito a condanna a morte per l'omicidio di Ranuccio Tomassoni nel 1606, raffigura icasticamente se stesso; Roma, Galleria Borghese), della Giuditta che taglia la testa a Oloferne (Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini), delle due versioni della Cena in Emmaus (Londra, National Gallery e Milano, Pinacoteca di Brera), della stupenda Incoronazione di spine (Vienna, Kunsthistorische Museum), dei Bari ( Fort Worth - Texas, Kimbell Art Museum)...
Va però rilevato che non sarebbe dispiaciuta una sezione che almeno fornisse, se non altro per completezza d'informazione e per giustificare il costo salato di biglietto, servizi, gadget (dato che manifestazioni simili, in fondo, a questo sono indirizzate, ossia a coniugare, sotto l'etichetta rassicurante della "cultura di massa", istanze ad un tempo divulgative e commerciali), una panoramica del Caravaggismo e degli attuali orientamenti critici sulla produzione "attribuibile" al Merisi. E proprio in virtù del criterio selettivo di cui sopra, non si può altresì non lamentare l'incresciosa evenienza che, per giunta, difficilmente un visitatore riuscirà a vedere, in un'unica volta, tutte le opere acquisite per l'occasione, giacché non pochi dipinti sono disponibili solamente per periodi limitati. Così, il Bacco, l'Amore dormiente e il Sacrificio di Isacco saranno esposti fino al 22 maggio, per tornare quindi alla propria sede in concomitanza con l'evento espositivo "Caravaggio e i Caravaggeschi a Firenze"; il Suonatore di liuto rientrerà all'Ermitage entro il 15 maggio, la Conversione di Saulo ritornerà alla collezione privata cui appartiene entro il 4 giugno, il Riposo durante la fuga in Egitto ha già lasciato la mostra il 22 marzo per essere esposto a Genova, Villa del Principe Doria, nella mostra "Caravaggio e l'arte della fuga. La pittura di paesaggio nelle ville Doria Pamphilj"; mentre solo dallo scorso 14 aprile è stata aggiunta la Flagellazione di Cristo, proveniente dal Museo di Capodimonte, Napoli.
Ciò senza nulla togliere al valore complessivo dell'esposizione, che merita sicuramente di essere visitata, per quanto sia d'uopo forse, un po' per il criterio di scelta "restrittivo" operato (sebbene affatto coerente con le finalità "programmatiche" degli organizzatori), un po' per la predetta temporaneità della presenza di capolavori indubbiamente rappresentativi, ridimensionarne la sbandierata portata di "evento".
Segnaliamo, altresì, l'opportunità di completare la panoramica delle opere caravaggesche visibili alle Scuderie del Quirinale, con la visita alla Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi, vicino a Piazza Navona, dove si trovano altri tre capolavori (olio su tela) dell'artista lombardo (il Martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo, Vocazione di San Matteo), e la visita nella Cappella Cerasi della chiesa di Santa Maria del Popolo, nell'omonima piazza romana, sede di altre due famose tele (la Crocefissione di San Pietro e una diversa versione della Conversione di Saulo).
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